martedì 22 agosto 2017

Ischia: può una magnitudo 4 fare così tanti danni?

Il terremoto di Casamicciola 2017 ha sorpreso un po' tutti per la magnitudo irrisoria rispetto al danno che ha causato.
Anche gli esperti, nelle prime interviste, sono rimasti interdetti, soprattutto nel paragone con altre situazioni recenti. Si pensi per esempio ai 4 terremoti del 18 gennaio 2017, tutti con grado superiore a 5 ed avvenuti in un contesto meteorologico che ha costretto le persone all'interno delle case: nessuna vittima diretta e nessun crollo catastrofico.
Che un grado 4 possa fare vittime e danni estesi è quindi singolare ed inspiegabile?
Singolare si, inspiegabile no. Vediamo perché.

Bisogna partire dal presupposto scientifico che la magnitudo non è una misura del potere distruttivo di un terremoto. Essendo una grandezza legata all'energia sprigionata dall'evento, vi è senza dubbio una correlazione col danno atteso, ma quest'ultimo è legato in modo certo a due parametri molto diversi dalla magnitudo, che sono la qualità edilizia e l'accelerazione sismica.

Sulla qualità edilizia è stato detto e scritto di tutto. Aggiungo solo che ai toni scandalistici andrebbe comunque associata una riflessione sul fatto che il patrimonio italiano storico è fragile per definizione, per cui non ci si può meravigliare più di tanto se un terremoto impatta sempre in modo disastroso.

L'accelerazione sismica dipende invece da una serie di fattori, principalmente legati alla geologia e alla topografia del terreno. E' questo un aspetto ben noto dell'ingegneria sismica, che quindi non dovrebbe stupire più di tanto, almeno alla luce delle conoscenze scientifiche attuali. In forti terremoti del recente passato si è assistito tra l'altro a scenari distruttivi molto diversi per uno stesso evento e a parità di distanza dall'epicentro: è ciò che in gergo scientifico viene chiamata "amplificazione sismica locale".

E' evidente quindi che i crolli di Ischia sono spiegabili dalla infausta concomitanza di questi due aspetti. In primo luogo una qualità edilizia scadente e priva di condizioni minime di sicurezza sismica.
In secondo luogo una fortissima amplificazione locale nelle zone maggiormente colpite dovuta alla particolare geologia e alla particolare conformazione topografica.

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